Fibromialgia: come viene diagnosticata e perchè la diagnosi è spesso in ritardo?
Articolo a cura della Dott.ssa Diana Valenti, Medico Fisiatra e Omeopata, esperta in Fibromialgia presso Policura.
Negli ultimi decenni si sono susseguiti diversi criteri diagnostici per la Sindrome Fibromialgica: negli anni 90 si teneva conto solo del numero di Tender Point (punti dolenti) che dovevano essere almeno 11 su 18; ma questa modalità diagnostica presenta molte variabili e non tiene conto dell’astenia, dei disturbi del sonno e cognitivi che sono parte della S. Fibromialgica (SFM).
Nel 2010 si è quindi passati a nuovi criteri che non tenevano più conto dei Tender Point ma solo dei sintomi: dolore, astenia, disturbi cognitivi, sonno non ristoratore, dolore o crampi addominali, depressione e cefalea; nel 2016 è stato reintrodotto il concetto di dolore cronico diffuso in almeno 4 dei 5 distretti corporei, e sottolineato che la diagnosi di SFM è valida a prescindere da altre patologie o sindromi dolorose.
Tuttavia, non esistono esami radiologici e di laboratorio specifici per la SFM e che ci possano dire con certezza la presenza della sindrome o meno.
La diagnosi ad oggi quindi richiede una valutazione medica specialistica che unisca una valutazione di sospetto diagnostico per S. Fibromialgica, attraverso una ricostruzione della storia clinica del paziente che verifichi l’andamento, le manifestazioni tipiche e la presenza di quei sintomi ancillari che avvalorano il sospetto di SFM (come intolleranze alimentari, cefalee, s. colon irritabile, dermatiti, ecc..), unita a una diagnosi di esclusione ovvero escludendo, attraverso un’attenta valutazione dell’apparato muscolo scheletrico e degli esami radiografici o di laboratorio, che la suddetta sintomatologia sia riferibile ad un’altra patologia.
Ovviamente l’impossibilità di avere un esame specifico e la contemporanea necessità di fare molti esami prima di poter escludere un’altra causa, richiede molto tempo e questo percorso scoraggia e confonde molti pazienti che vedono spesso aumentare i propri sintomi dolorosi, proprio a causa del forte stress che questa condizione di incertezza produce!
È fondamentale quindi in questi casi rivolgersi a Medici Specialisti esperti in S. Fibromialgica, in grado di velocizzare l’individuazione delle caratteristiche della SFM, ma anche dare inizio al programma terapeutico per iniziare a dare sollievo al paziente.
A tal proposito è bene ricordare che l’approccio terapeutico si basa su 4 pilastri fondamentali:
- Attività motoria
- Terapia farmacologica
- Terapia non farmacologica (es. dietoterapia)
- Supporto psicologico
Tutti questi elementi sono fondamentali ma il loro peso va modulato in base alle necessità del singolo paziente e secondo l’andamento della patologia nello stesso individuo.
Grande peso hanno le terapie complementari, ovvero quegli approcci che sono in grado di affiancare le terapie convenzionali come agopuntura, spa-terapia, omeopatia, tecniche mente-corpo, ecc…
Il riconoscimento anche da parte delle Istituzioni della disabilità da SFM è in divenire e, seppur non ancora chiari e definiti, e si stanno facendo molti passi avanti in questa direzione.
Per informazioni su fibromialgia, per prime visite e consulenze a Trento e a Rovereto la dott.ssa Diana Valenti è a disposizione. Prenotazione appuntamenti al tel. 0461 381638 o via mail a info@policura.it