Ambiente, fertilità umana e sessualità: c’è una relazione?

Il Nostro Urologo e Andrologo Dott. Andrea Scardigli, ci parla oggi di un tema molto sentito: la fertilità umana:

C’è una relazione tra ambiente, fertilità e sessualità?

Uno degli argomenti più noti e dibattuti nelle sedi mediatiche è il calo della natalità, che interessa praticamente tutti i paesi dell’ area occidentale, cosiddetta “industrializzata” o “evoluta”. E’ un problema molto grave che mette a rischio la tenuta dei sistemi economici e previdenziali; è infatti sotto gli occhi di tutti come le nostre strade e piazze siano sempre più vuote di bambini che al contrario dei “nostri anni”, non giocano e non popolano più i centri urbani.

Anche nelle scuole si assiste a una contrazione degli alunni con una riduzione nel numero delle sezioni, frequentate sempre di più da figli di immigrati dall’area africana, medio-orientale o asiatica.

Al contrario, la percentuale di persone over 65 e che magari necessitano di assistenza sanitaria e sociale è in costante crescita, e si stima che nel corso del decennio attuale il rapporto tra popolazione in età scolastica o lavorativa e quella in quiescenza si invertirà, mettendo in serio pericolo il “welfare”.

Molte sono le cause che sono state identificate per questo fenomeno, a partire da problematiche di natura sociale e economica, ma è anche purtroppo drammaticamente reale il dato del calo della fertilità maschile nella popolazione caucasica, tanto che l’OMS nei primi anni 2000 si è vista costretta a rivedere “al ribasso“ i valori di normalità dei parametri seminali, con percentuali di numero e motilità degli spermatozoi che in precedenza sarebbero stati ritenuti patologici. È anche comune esperienza di chi si occupi di problematiche legate all’ infertilità, come i centri per la Procreazione Medicalmente Assistita siano spesso oberati di lavoro, con liste d’attesa infinite e con richieste di una prima gravidanza da parte di coppie già in un’età una volta ritenuta ampiamente “attempata”, e che richiedono quindi metodiche sempre più elaborate e costose.

Inquinamento, riscaldamento globale… incidono sulla fertilità maschile?

Tra i motivi di questo deterioramento della fertilità maschile, recentemente si è posto sempre di più l’accento sulle interazioni tra inquinamento, cambiamento climatico, contaminazioni alimentari, abitudini di vita e qualità del liquido seminale; è di recentissimo riscontro, riportato anche in una relazione presentata all’ultimo congresso nazionale della Società Italiana di Andrologia, tenutosi a Roma nello scorso mese di giugno, il ritrovamento di frammenti ultramicroscopici di plastica, le cosiddette “microplastiche”, all’ interno del plasma seminale, con una conseguente grave alterazione dell’ambiente biochimico che garantisce la vitalità degli spermatozoi; anche lo stress ossidativo causato da inquinanti ambientali come le polveri sottili, presenti ormai praticamente in tutti gli strati dell’atmosfera, e i contaminanti alimentari come gli ormoni e gli antibiotici utilizzati nell’ allevamento intensivo, sono responsabili di danni alla qualità seminale. Non ultimo, il riscaldamento globale con esposizione a temperature sempre più torride per periodi sempre più prolungati, certamente non giova alla capacità riproduttiva che necessita di condizioni climatiche stabili , soprattutto per i maschi non più giovanissimi ; è ormai un dato di fatto che anche l’età in cui il maschio ricerca una prima gravidanza con la partner superi ampiamente i 35 anni, con conseguente maggiore rischio di essere stati esposti agli agenti descritti.

Questi elementi nocivi hanno anche un risvolto sulla sessualità propriamente detta, intesa come desiderio e “performance” sessuale, dal momento che gli inquinanti ambientali e alimentari possono avere un effetto deleterio sull’ equilibrio ormonale maschile, riducendo la quota di testosterone libero e biodisponibile, fondamentali per la funzionalità dell’ apparato sessuale e per il mantenimento di buoni livelli di libido, predisponendo così maschi magari non ancora “ageing” a dover consultare l‘andrologo o altre figure professionali dedicate alla cura delle disfunzioni sessuali; recentemente è anche emerso come questi fattori dannosi siano purtroppo anche implicati nella genesi del tumore della prostata, malattia che ha ormai scalato la graduatoria delle neoplasie maschili, classificandosi al secondo posto, con un età di insorgenza sempre più giovanile, e la cui cura purtroppo spesso è causa di disfunzione erettiva nonché di sterilità, per non parlare poi dei tumori del testicolo , una volta appannaggio dell’ età adolescenziale ma che colpiscono ormai anche soggetti di età più elevata .

E allora cosa fare? Se purtroppo i fattori climatici e ambientali sono difficilmente correggibili almeno in tempi brevi, individualmente possiamo concorrere a sostenere stili di vita e alimentari corretti, combattendo il sovrappeso e magari arricchendo la nostra dieta con cibi antiossidanti, frutta e vegetali ben descritti da ogni profilo nutrizionale, facendo attività fisica aerobica evitando preferibilmente le aree più inquinate; limitando le sostanze d’ abuso – il fumo innanzitutto – e magari assumendo integratori alimentari con effetto antiossidante, come le catechine, ormai ampiamente presenti sul commercio.

Dott. Andrea Scardigli

Specialista in Urologia e Andrologia presso Policura