Salute degli occhi ed utilizzo di dispositivi elettronici

Viviamo in un periodo storico dove l’utilizzo dei dispositivi elettronici, pc, smartphones e tablet, sono ormai parte integrante della nostra vita lavorativa e del nostro tempo libero. Questa situazione si è sviluppata tanto rapidamente da non permetterci nel corso degli anni di valutare se tutto questo potesse essere un bene soprattutto per il nostro sistema visivo.
I nostri occhi sono un sistema estremamente complesso che risponde ad equilibri chimici ed elettrici che nascono nell’occhio in risposta alla luce, e prosegue, dopo un percorso di conduzione elettrica, fino a subire un’integrazione a livello cerebrale in quella che viene definita corteccia visiva in corrispondenza del lobo occipitale destro e sinistro.

La visione da lontano, più “naturale e rilassata”, è meno sottoposta a controlli accessori da parte della muscolatura oculare rispetto a quella da vicino, quest’ultima è regolata sulla base di un meccanismo detto accomodazione, che funziona come un autofocus fotografico ma che subisce con il tempo un progressivo deterioramento diventando sempre meno efficiente, in genere a partire dai 40 anni fino ai 60 determinando la comparsa della presbiopia.
Fissare un dispositivo elettronico per tanto tempo non fa certo bene ai nostri occhi, tanto più che il tempo che vi dedichiamo è sempre maggiore, dall’attività lavorativa e scolastica al tempo libero, facendolo in maniera più o meno consapevole.

La sindrome da visione del computer: di cosa si tratta?

Oggi esiste una sindrome comunemente definita CVS (sindrome da visione del computer) che raccoglie l’insieme dei problemi sul sistema visivo dovuti ad un utilizzo prolungato del computer, ma ahimè anche tablet e smartphone.
La visione da vicino sui dispositivi elettronici è diversa da quella su carta, infatti il livello di luminosità, il contrasto e i riflessi dovuti anche a superfici non integre rendono sempre più difficoltosa la lettura su uno schermo. In definitiva il modo in cui utilizziamo la visione da vicino e le relative condizioni ambientali possono causare problemi alla vista e determinarne anche un peggioramento. È consigliabile pulire periodicamente gli schermi dei dispositivi elettronici, evitando durante il loro utilizzo, di esporli direttamente al sole. La luce ambientale infatti deve essere tale da non interferire con quella dei dispositivi perchè questa può determinare dei riflessi fastidiosi.
Bisogna evitare di usare i dispositivi al buio, la luce del dispositivo infatti attiva in continuazione il restringimento della pupilla, la miosi oculare, creando affaticamento e stress alla muscolatura oculare.
Bisogna illuminare bene l’ambiente in maniera che la luce sia diffusa e meglio se proveniente dall’alto. La luminosità dei dispositivi, spesso troppo bassa per evitare un consumo eccessivo della batteria, richiede uno sforzo visivo eccessivo per via di una messa a fuoco più difficoltosa.
Un testo sulla carta stampata affatica meno la vista perchè in questo caso la messa a fuoco è connessa quasi esclusivamente alla luce ambientale.

I sintomi che maggiormente si evidenziano in seguito ad uno stress della visione, che abbiamo detto riguardare soprattutto quella da vicino, sono di tipo visivo, neurologico e muscolo scheletrico. Possono anche non presentarsi tutti insieme e variano da persona a persona, ma sembrerebbero essere sempre più frequenti e a volte invalidanti anche fra i giovani e gli adolescenti in modo particolare.
Fra questi sintomi sono importanti il mal di testa, i dolori oculari, la secchezza, l’irritazione oculare e la visione sfuocata. Il problema principale è l’affaticamento visivo da vicino, la prevenzione di questi sintomi ed il loro trattamento passano attraverso un controllo di quei fattori di stress dovuti all’uso prolungato dei dispositivi elettronici, un loro corretto uso contribuisce a proteggere e migliorare il comfort visivo.
I nostri occhi, in assenza di difetti visivi o in presenza di essi se ben corretti, guardano prevalentemente da lontano e verso il basso quindi, nella visione da vicino un monitor andrebbe sistemato in modo che il centro dello schermo sia pochi centimetri sotto il livello degli occhi e ad una distanza compresa fra i 50 e 60 centimetri dal viso, questo per evitare o ridurre l’affaticamento di collo e spalle. È dunque molto importante la postura, quest’ultima è corretta se la schiena è bene appoggiata allo schienale della sedia, se la distanza fra tastiera e bordo della scrivania è di circa 15 centimetri e se i piedi sono poggiati per terra o su un apposito supporto.
Abbiamo inoltre detto quanto sia importante l’illuminazione ambientale e l’utilizzo di schermi antiriflesso: durante l’uso dei dispositivi è importante fare delle pause, è infatti consigliato far riposare gli occhi per 10 – 15 minuti ogni 2 ore di lavoro, per esempio guardando fuori dalla finestra un punto fisso all’orizzonte, questo favorisce un rilassamento della muscolatura oculare a beneficio di una migliore “messa a fuoco”, durante il lavoro al pc o su uno smartphone, inoltre se necessario è importante utilizzare filtri per le radiazioni blu e lenti correttive per miopia, astigmatismo, ipermetropia e presbiopia; queste infatti permettono un minor affaticamento visivo.
Sbattere le palpebre, il cosiddetto ammiccamento, favorisce il ricambio del film lacrimale riducendo il rischio di secchezza oculare, sintomo sempre maggiormente presente anche in età giovanile insieme alla maggior frequenza di casi di congiuntiviti irritative dovute ad un uso prolungato dei dispositivi elettronici. È buona abitudine usare gocce oculari lubrificanti ed idratanti per migliorare il ripristino del film lacrimale e proteggere la superficie oculare.

La cosiddetta “sindrome da visione al computer”, dovuta all’abitudine a fissare costantemente un punto, immagini ad alta frequenza e luminosità estremamente variabili, abbiamo detto che causa un ridotto ammiccamento delle palpebre e di conseguenza la scarsa lubrificazione oculare, a lungo andare tuttavia si possono sovrapporre dolore al collo, alle spalle e sintomi neurologici di diversa intensità. Questa sindrome riguarda il tra il 70 % e il 90 % delle persone che passano molto tempo davanti ad uno schermo e sono spesso inconsapevoli di soffrirne.
Sono da temere in particolar modo gli effetti della luce blu, cioè quelle radiazioni elettromagnetiche emesse artificialmente dai dispositivi tecnologici e non visibili all’occhio umano, in particolar modo gli effetti della loro esposizione altera la produzione di melatonina provocando ansia, irritazione, insonnia e nei casi più gravi anche danni alla retina.È dunque buona norma evitare l’esposizione a questo tipo di radiazioni almeno 2 o 3 ore prima di andare a dormire. In definitiva possiamo dire che un uso prolungato dei dispositivi elettronici crea una serie di problemi al nostro corpo e fra questi sono particolarmente importanti quelli riguardanti gli occhi.
Un uso consapevole di questi dispositivi passa attraverso la conoscenza dei limiti del nostro sistema visivo, la conseguente riduzione dei tempi di esposizione alle loro radiazioni e una serie di buone abitudini legate al loro utilizzo sono fondamentali per la prevenzione di quella che viene definita comunemente sindrome da uso del computer. Tutto questo potrà permetterci di migliorare realmente il nostro sistema di vita senza alterare la salute del nostro corpo e dei nostri occhi.

Articolo a cura del Dott. Davide Intilla – Specialista in Oftalmologia presso Policura