La nostra Psicologa esperta in Neuropsicologia oggi ci parla dell’attenzione: ne esiste una? Esistono diverse tipologie di attenzione?
Attenzione: una o tante? Esistono diverse tipologie di attenzione?
Ora state leggendo questo articolo ma fermatevi per un istante e prestate attenzione a tutti gli stimoli che vi raggiungono. Vedete anche altro oltre alle parole scritte di questo articolo? Ci potrebbero essere dei rumori intorno a voi, persone che parlano o uccellini che cinguettano. Potete sentire il profumo di caffè nell’aria o c’è un altro profumo? Sentite freddo magari?
I nostri organi di senso sono bombardati da informazioni che provengono dall’ambiente ma nonostante questo riusciamo ad impegnarci nel fare un compito e nel portarlo a termine con successo. I compiti possono essere i più disparati. Bere una tazza di tè, discutere del bilancio, eseguire un intervento di cardiochirurgia o leggere il nuovo numero di Filodiretto.
Come riusciamo? Come decidiamo quali sono le informazioni per noi rilevanti in un determinato momento e quali invece aggiungerebbero solo confusione?
Uno dei molteplici compiti del nostro cervello è proprio quello di fare da filtro alle informazioni e se non avesse questa capacità sicuramente faremmo fatica a portare a termine le nostre attività di tutti i giorni. E’ l’attenzione il processo cognitivo che ci permette di fare tutto questo.
Quando si parla di attenzione si pensa ad un unico processo ma in realtà sono diversi i processi che entrano in gioco ed ognuno con un ruolo ben definito e dipendente dalla modalità sensoriale a cui si fa riferimento.
Le diverse tipologie di attenzione
Avete presente quando in un bar affollato e rumoroso riuscite comunque a portare a termine la vostra conversazione anche se altre conversazioni che avvengono intorno a voi potrebbero interferire? Questo effetto è chiamato effetto cocktail party ed è stato descritto per la prima volta da uno scienziato inglese di nome Cherry negli anni ’50. E’ grazie alla nostra capacità di selezione delle informazioni rilevanti che questo è possibile e non solo per la modalità uditiva.
Provate ora a cercare tutte le m in mezzo alle n.
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E’ la nostra attenzione selettiva che ci permette di fare questo compito ed è la stessa che durante la lettura di un libro, ad esempio, non ci fa accorgere minimamente di quello che accade attorno a noi.
Se dobbiamo concentrarci su un’attività per un tempo prolungato, c’è anche un altro processo cognitivo che interviene: l’attenzione sostenuta.
Nella vita di tutti i giorni non sempre possiamo concentrarci su un compito alla volta e capita spesso di dover passare da una cosa ad un altro e di portare avanti quindi più compiti nello stesso momento. E’ l’attenzione alternata che entra in gioco in questo caso. Per capire meglio, immaginatevi alle prese con la preparazione di una nuova ricetta in cucina che prevede diverse preparazioni da fare in modo alternato. Solo grazie a questo specifico processo cognitivo riusciamo a ricordarci dove eravamo arrivati con una preparazione quando poi dobbiamo riprendere dopo averne iniziata un’altra.
L’attenzione divisa, infine, è quel processo che ci permette di prestare attenzione a più informazioni e di svolgere due compiti contemporaneamente. Come riuscireste a prendere appunti durante la riunione altrimenti?
La valutazione dell’attenzione
In neuropsicologia l’attenzione è uno dei domini cognitivi più studiati sia nell’esame neuropsicologico di screening, sia in quello conseguente ad una lesione cerebrale, di natura traumatica o degenerativa.
Ma l’attenzione può essere ridotta anche a causa di disturbi del neurosviluppo (ADHD ad esempio), condizioni stressanti (trauma, lutto, insonnia ma anche in un quadro di burnout lavorativo) o in comorbilità con disturbi di natura psicologica come depressione, disturbo bipolare o alcuni disturbi di personalità.
Gli strumenti per valutare l’attenzione durante un esame neuropsicologico sono molteplici e specifici per il tipo di attenzione che si vuole valutare. Tra i più utilizzati per valutare l’attenzione selettiva e sostenuta visiva ci sono quelli che consistono nella presentazione di matrici in cui viene chiesto di cercare e cancellare solo gli stimoli target (una lettera, un numero o una figura geometrica) in un certo tempo definito.
Per valutare l’attenzione sostenuta viene spesso usato il Continuous Performance Test (CPT) dove viene chiesto alla persona di premere sulla tastiera il pulsante corrispondente alla lettera che viene presentata sullo schermo del computer eccetto che per una lettera e per un certo periodo di tempo.
Per valutare l’attenzione divisa e sostenuta viene spesso proposto il test PASAT dove alla persona è richiesto di ascoltare una serie di numeri (ad esempio 4, 6, 1, 8, 8 etc) ed ha il compito di sommare ciascun numero al numero precedente (nell’esempio dato 4+6=10, 6+1=7; 1+8=9; 8+8=16 etc). La lista è composta da 61 numeri e viene ripetuta cambiando la velocità di presentazione degli stimoli.
Per valutare l’attenzione alternata uno dei test maggiormente utilizzati è il Trial Making Test (TMT) che va a valutare la nostra capacità di passare da un compito ad un altro (shifting attentivo) tra due sequenze che sono per noi automatiche (sequenza alfabetica e numerica).
Alcuni consigli per migliorare la capacità di attenzione
L’attenzione è un processo cognitivo complesso che può essere aiutato con dei piccoli accorgimenti nella vita di tutti i giorni.
- Dormire: sembra banale ma la stanchezza incide sulle nostre capacità di prestare attenzione. Un buon sonno ristoratore è quello che ci vuole per rinvigorire la nostra capacità di prestare attenzione.
- Fate delle pause: delle brevi pause regolari durante la giornata lavorativa ci permettono di non esaurire subito le nostre capacità attentive ma di distribuirle meglio per essere produttivi più a lungo.
- Datevi degli obiettivi intermedi e raggiungibili: questo aiuta la motivazione che è alla base della nostra capacità di prestare attenzione e a ridurre l’ansia da prestazione per il raggiungimento esclusivo dell’obiettivo finale.
Articolo a cura della Dott.ssa Elena Tonolli, Psicologa esperta in Neuropsicologia e Psicoterapeuta